Le Cifre Indoarabiche

Pubblicato in: Didattica matematica

Matrice Indiana

La cultura greco-latina raggiunse il suo culmine con la scuola di Alessandria. Ad essa subentrò quella araba.

Battuti i Greci, sottomessi la Persia, l'Egitto, l'India e la Spagna, arrivarono nell'Italia meridionale, in tutte le isole del Mediterraneo ed avanzarono verso il Bosforo. Per questo motivo e per la naturale propensione agli studi, assorbirono le cognizioni dell'antico Oriente e le diffusero in Occidente.

Analizziamo il nostro modo di contare e scrivere i numeri. Che origine ha? Quando compare e a cosa si deve la sua fortuna e il fatto che abbia preso il sopravvento sui precedenti?
Il sistema di numerazione che ancora oggi usiamo, posizionale e con dieci cifre è di origine indiana. Secondo la tradizione il ventunesimo califfo arabo, Al-Mansur ricevette a Baghdad una rappresentanza di astronomi e studiosi indiani, che gli mostrarono l'alto livello raggiunto nel calcolo e nell'astronomia dal loro paese. In particolar modo essi dimostrarono al califfo come utilizzando soltanto nove segni numerici, era possibile scrivere qualunque numero ed eseguire calcoli con schemi più semplici, rispetto a quelli in uso fino a quel momento.

È all'India infatti che dobbiamo il metodo ingegnoso d'esprimere tutti i numeri per mezzo di dieci simboli o meglio cifre ognuno dei quali ha, oltre ad un valore assoluto, un valore che dipende dalla sua posizione; un'idea profonda e importante che, per la sua semplicità pone l'aritmetica in primo piano tra tutte le invenzioni utili.
Le nove cifre degli indiani sono queste: 9 8 7 6 5 4 3 2 1 alle quali si aggiunge lo zero (sunya) che equivale all'aggettivo "vuoto" "mancante".
Derivano quindi dai segni indiani le cifre arabe orientali e occidentali e da queste ultime le nostre cifre. Da due secoli gli studiosi indagano sulla loro evoluzione nel tempo e sul modo in cui penetrarono in Europa.

Le ipotesi sono contrastanti e incerte anche perché gli indiani scrivevano su materiali deperibili come foglie e tavole di legno. I più antichi documenti sulla numerazione indiana sono del III e II secolo a.C. ed è già caratterizzata dal sistema.
Se ricercarne le origini è difficile se non impossibile, sembra certo che per indicare i numeri non fu mai usato l'alfabeto al posto delle cifre.
Subito dopo la sua introduzione in Europa, la parola cifra fu usata nel suo significato di segno segreto, significato che si perdette nei secoli successivi, ma del quale resta traccia ad esempio nel verbo: "decifrare".

Matrice Araba

Gli Arabi nei loro commerci e durante la loro espansione entrarono in contatto con l'India e dalla civiltà indiana. Nel secolo IX, gli Arabi presero dall'India i caratteri che oggi sono chiamati numeri arabici e che essi denominavano cifre indiane. Per questo motivo il sistema di numerazione introdotto dagli Arabi viene indicato come sistema indo-arabico e i numeri sono infatti detti anche numeri indiani o arabo-indiani...

Questo sistema di numerazione è il nostro attuale sistema, diverso da tutti i precedenti per tre caratteristiche:

  1. cifre speciali per indicare i primi nove numeri,
  2. valore di posizione per le cifre,
  3. introduzione dello Zero che veniva indicato con un punto ".".

Gli stessi Arabi chiamarono il loro sistema di numerazione decimale con il nome "Hendes-sén" o "Hindosi" che significa appunto scienza indiana.
Il nostro sistema di numerazione si diffonde in Europa a partire dal XIII secolo. Fino ad allora si utilizzavano i numeri romani e ci si aiutava con degli strumenti, detti abachi, nell'esecuzione dei calcoli.
Affascinante e fantasiosa è l'ipotesi degli angoli che (casualmente) coincidono effettivamente con la cifra che il simbolo vuole rappresentare ma, tuttavia, non vi è riscontro della metamorfosi dei simboli numerici in alcun cenno storico.

Simboli numerici formati da angoli

L'ipotesi secondo la quale la forma dei simboli numerici derivi dal numero di angoli, pur essendo curiosa e sorprendente, non sembra avere alcun fondamento storico, è dunque va considerata come un'ipotesi fantasiosa (formulata da ignoto).

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Articolo pubblicato il: 23 Gennaio 2019
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