Coesione - Nomi Personali e Toponimi

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Nell'universo dei nomi propri si distinguono:

  1. i nomi personali, che si riferiscono a nomi propri di persone;
  2. i toponimi, che si riferiscono ai nomi propri delle località.

I Nomi Personali

Avere un nome significa avere un'identità. Il nome personale ci definisce e ci rappresenta, ci permette di essere riconosciuti anche quando non siamo presenti, consentendo a chi lo porta di essere distinto dagli altri. Il nome appartiene alla nostra natura più intima e profonda, e ci identifica fin dalla nascita. I nomi di persona hanno origine molto antiche, hanno una storia da raccontare e hanno viaggiato per molti paesi subendo gli influssi delle varie culture che hanno incontrato nel tempo.

Nomen Omen: un Nome un Destino

Gli antichi Romani erano ben consapevoli dell'importanza del nome personale: "nomen omen" rimandava proprio a questo: nel nome è scritto il proprio destino. Nel mondo delle fiabe, le caratteristiche e talvolta il destino dei personaggi "sono scritte" nel loro nome.

Biancaneva e i sette nani
Biancaneve Bianca come la neve
Dotto Ha studiato a lungo e quindi è un saggio
Mammolo Diventa facilmente rosso
Eolo Starnutisce sempre in modo esagerato come il vento che soffia
Brontolo Ha sempre qualcosa da ridire non sorride mai
Pisolo Si addormenta spesso è dormiglione
Gongolo È falice sempre pronto a far festa allegro
Cucciolo È il più piccolo, ha bisogno delle cure di tutti è un coccolone

Ancora oggi "nomen omen" è indicativo del destino e sembra alludere, anche scherzosamente, che la sorte delle persone sembra essere conforme al significato del nome che portano.

Nomen Omen: di Nome e di Fatto - Un Nome, una Storia

Giufà, è il personaggio, qualche volta sciocco, qualche volta fortunato, qualche volta saggio, di favole che troviamo nei Paesi Arabi con il nome di Giuha. Giuha ha un'origine molto antica (IX secolo) ed è tuttora sulla bocca di tutti. Le sue storie si raccontano sia negli ambienti popolari sia in quelli intellettuali. I suoi aneddoti sono considerati molto divertenti ma anche risorsa inesauribile di saggezza e di conoscenza dei caratteri umani. Il suo nome deriva da un verbo arabo che significa "deviare dalla retta via", inteso nel senso di non avere mai un comportamento uniforme e coerente. In effetti, Giuha si caratterizza come un uomo dalla doppia personalità: è furbo e sciocco; povero e ricco; sfortunato e baciato dalla buona sorte; cittadino e campagnolo. La tradizione popolare ha fatto sì che le sue storie si diffondessero in un'area molto vasta che comprende popoli e culture diverse. Possiamo incontrarlo con nomi simili o anche completamente diversi: Giuha nel Magreb, Abu Nuwas in Siria e Iraq, Nasredin Hogia in Turchia, Giufà in Sicilia.

Le Favole di Giufà

Giufà e il profumo dell'arrosto

Un uomo molto povero passò davanti una bottega, dove stavano arrostendo della carne. Non avendo soldi a sufficienza per comprare la carne, andò dal fornaio e si comprò un pezzo di pane.
Poi, si riavvicinò alla bottega e si sedette là vicino in modo che potesse mangiare il pane gustando il profumo della carne.
Quando finì di mangiare il pane, il padrone della bottega si avvicinò a lui e gli disse:
- Visto che hai gustato con tanto piacere il profumo del mio arrosto, adesso me lo devi pagare!
Il pover uomo non avendo più soldi per pagare, fu portato a forza da Giufà, che era diventato un bravo giudice.
Il padrone della bottega disse a Giufà:
- Quest'uomo mentre mangiava il suo pane, gustava a sbafo il profumo della mia carne arrostita. Mi deve pagare per questo, ma lui si rifiuta di farlo.
Giufà colpito per la singolare richiesta, chiese al bottegaio:
- Quanti denari vuoi per il profumo della tua carne?
Il bottegaio precisò:
- Deve darmi cinque denari! Cinque denari per il profumo della mia carne!
A questa richiesta, Giufà prese dalla sua tasca cinque denari e li fece cadere sul suo tavolo, in modo che potessero tintinnare.
Poi, chiese al bottegaio:
- Hai sentito il suono dei cinque denari?
Il bottegaio rispose:
- Sicuramente signor giudice! Era un piacevole tintinnio! Ma, cosa mi vuole far capire? Giufà rispose: Così come quel poveraccio si è cibato del profumo della tua carne, tu ti puoi considerare pagato con il suono delle mie monete. E ora te ne puoi andare soddisfatto.
Mentre il bottegaio se ne andava a testa bassa, Giufà invitò il poveraccio a mangiare a casa sua.

Il Nome Personale e la sua Funzione

La funzione del Nome Personale oggi è quella di identificare e riconoscere una persona tra le altre e non quella di rivelarne le caratteristiche o il destino.
Attraverso il nome si può quindi risalire alle caratteristiche di chi ha scelto quel nome o meglio alle tendenze, ai gusti, ai valori comuni della società di riferimento.
La scienza che studia il significato e l'origine dei nomi propri è l'Onomastica, parola di origine greca che deriva dal greco onomastike: arte del denominare.
Nella tradizione italiana il termine onomastica si riferisce alla scienza che studia i nomi propri nel loro complesso sia oggi che in tempi passati.

Un Nome, un Perché

Esistono nella nostra lingua nomi personali dotati di significato.

  • "Felice", "Serena", considerati di volta in volta sia aggettivi sia nomi personali
  • "Leone", "Colomba", nomi di animali usati anche come nomi personali;
  • "Viola", "Margherita", nomi di fiori usati anche come nomi di persona.

Questi nomi sono trasparenti, in quanto un parlante di oggi può associare il nome in oggetto al significato di elementi presenti nel vocabolario.

Ma non funziona sempre così: la maggior parte dei nomi propri ci sembra senza significato perché appartengono ad antiche lingue che non si parlano più o si sono trasformate attraverso i secoli.
In passato e ancora oggi, in società diverse dalla nostra, il nome personale veniva scelto per il suo significato che tutti erano in grado di comprendere.
Il nome dato ad un bambino era costituito da una piccola frase o da una parola che si riferiva a caratteristiche fisiche e morali, ricordava momenti particolari della nascita e della vita familiare o alludeva al ruolo sociale e al passato del gruppo e del popolo, o augurava buona fortuna per il futuro.
Avere un nome personale significava quindi essere portatori di una storia personale, familiare, di popolo. In ogni tipo di società i nomi usati sono legati ai valori di quella cultura.

Ermanno Alla radice di Ermanno ci sono due parole tedesche:
  • Heer: esercito
  • Mann: uomo
Ermanno perciò vuol dire uomo di esercito guerriero.
Questo nome era scelto per il suo significato dai popoli guerrieri della Germania più di mille anni fa.
Essere guerriero era considerato infatti, presso i Germani, il destino più glorioso per un uomo.
Sharkan È una frase araba che significa: fu una rovina.
Era un nome usato dagli arabi nel periodo in cui conquistavano un grande impero. In quel tempo per un capo arabo essere una rovina per i nemici era considerato un grande onore.
Mugurura Era un nome molto diffuso in Uganda. Il suo significato è: "Ecco chi ci restituisce le mucche". Con questo nome dato al primo figlio maschio il padre voleva dire: "Per fortuna è nato un maschio baderà alle bestie e mi ricompenserà delle mucche che ho dovuto pagare per sposare sua madre."
Un nome come questo si spiega in una società arcaica in cui la donna non aveva alcun valore.
Abir Il significato di questo nome è fragranza. I nomi che vengono dati alle donne arabe rimandano alle doti dell'universo femminile sia per quello che riguarda l'aspetto fisico sia per quanto riguardala femminilità.

Entrando nel vivo dell'onomastica greca emergono i valori della tradizione omerica, l'ossequio attribuito alle innumerevoli divinità che affollano l'Olimpo, il culto della bellezza e del coraggio, il valore della libertà.
Durante quella che è chiamata era eroica, come testimonia Omero, l'idea di virtù aretè si ispira ai valori tipici dell'aristocrazia guerriera: la forza fisica, il coraggio, la capacità di battersi con il nemico, la fedeltà, la vittoria, il potere.

  • Paris è un lottatore,
  • Ektor è colui che sostiene il popolo,
  • Alexandros protegge gli uomini,
  • Nikomakos è vittorioso in battaglia,
  • Aristarchos è il miglior comandante.

Anche la bellezza è un tema ricorrente in questa fase accompagnata sempre da un altro termine che ne indica la voce, la vittoria, la vecchiaia, una parte del corpo.

  • Kalliope ha una bella voce,
  • Kallimakos è un bel combattente,
  • Kallistos è bellissimo.

Le donne vengono ricordate non solo per la bellezza, ma anche per l'amore per il prossimo, la purezza, l'allegria, la sapienza:

  • Agathe è gentile,
  • Aigle è brillante,
  • Agnos è pura,
  • Aspasios è la benvenuta,
  • Hypathos (Ipazia) è illustre,
  • Hilaros è allegra.

L'intelligenza, la sapienza, la nobiltà è intesa come appartenenza ad una stirpe vittoriosa in battaglia e nell'arte. L'uomo è tale se virile ma anche istruito, in grado di proteggere, regale nel portamento e nelle azioni.

  • Andrea è virile,
  • Diego è istruito,
  • Eusthasios è costante,
  • Archimedes eccelle per l'intelligenza.

I nomi che i cittadini delle diverse poleis condividevano nell'unità della lingua, erano portati con orgoglio; Barbaro era chi balbettava e per estensione coloro che non parlavano la lingua appartenente a tutti i greci. Barbari erano gli stranieri.
Alcuni nomi hanno avuto un grande successo per lunghi secoli fino ad oggi, altri hanno avuto periodi di dimenticanza, altri ancora sono spariti del tutto, mentre nomi nuovi, si affacciano sul palcoscenico dell'onomastica contemporanea, testimoniando i valori e i disvalori della nostra epoca.

I Nomi Viaggiano

Seguiamo il viaggio di un nome

Demetrio: Origine Greca, Sacro a Demetra, che i Romani chiamavano Cerere: terra madre.
Significato: sacro a Demetra.

Demetrio è stato il nome di sovrani macedoni. L'impero Romano assorbì i nomi greci che poi furono ripresi dai cristiani e si diffusero anche in oriente.
Ricordiamo tra gli altri Demetrio di Tessalonica, martire della chiesa ortodossa che diffuse questo nome nell'area slava e in particolare in Russia, dove però si usa la variante Dimitri attualmente molto usata anche in Italia.

I Toponimi: Nomi Propri di Località

Il complesso e lo studio dei nomi propri di luogo costituisce la toponomastica. Lo studio dei toponimi è un'indagine linguistica che si avvale di un metodo per individuare l'origine di un nome.
Contano in questa ricerca anche elementi extralinguistici storici, geografici ecc. che consentono di scoprire la motivazione all'origine della formazione di un nome di luogo in una prospettiva interdisciplinare.

Anche se è impossibile conoscere con precisione da quando l'uomo abbia iniziato ad attribuire il nome ai luoghi che lo circondavano, sembra che i primi ad essere stati individuati in modo diretto siano stati i fiumi e i monti.
Secondo gli storici, le popolazioni, dopo aver occupato in modo stabile i territori, hanno sentito il bisogno di avere la possibilità di indicare alcune entità geografiche specifiche. Lo studio linguistico storico pone l'attenzione sui toponimi perché le loro radici mantengono informazioni anche attraverso il passaggio dalla lingua che viene abbandonata a quella che ne prende il posto e in assenza di altri dati il nome può essere dunque la testimonianza di lingue e di civiltà completamente estinte.
Tutto quello che ha cessato di esistere ha lasciato cioè tracce nei nomi locali legati ai luoghi abitati (paesi, contrade, vie e attività economiche), alle entità geografiche (vallate, monti, insenature, isole, laghi e mari) ed ai diversi corsi d'acqua (sorgenti, torrenti e fiumi).

Il nome proprio geografico si caratterizza per essere spesso di antica formazione, risalente a epoche passate, a lingue diverse da quella attualmente parlata in un dato territorio, trasmesso nel tempo e raramente sostituito. Di conseguenza i toponimi si configurano per lo più come segni linguistici 'opachi poiché non si intravvede quel significato che solitamente avevano quando si sono formati.
Il toponimo infatti è un segno linguistico che coincide con l'oggetto designato, con il referente: un nome come Roma fa pensare alla città così chiamata. Per dire quale possa essere il significato di questo nome è necessario ricorrere alla ricerca etimologica, che può formulare ipotesi sull'origine del nome.
Un nome di luogo come Gallo (in Campania), che può sembrare connesso con il nome gallo, è invece l'esito della forma più antica Gualdo, che a sua volta deriva dalla parola longobarda bosco (come Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, e altri).

Due Categorie Fondamentali di Toponimi

I toponimi si possono suddividere in due categorie fondamentali.

  • Nomi relativi all'ambiente: rilievi, corsi d'acqua, vegetazione e fauna del luogo cui si riferiscono; in particolare:
    • i nomi dei rilievi Monte Bianco, Cervino;
    • i nomi di corsi o specchi d'acqua: Reno, di origine celtica, il cui significato è per l'appunto: che scorre;
    • nomi derivanti da quelli di specie vegetali: querceto - lecceto;
    • nomi derivanti da quelli di specie animale: Palombara Volturara.
  • Nomi derivanti dagli aspetti demografici, economici e socio-culturali dei gruppi umani che li hanno colonizzati in epoca preistorica o storica. Questi nomi si possono a loro volta suddividere in due gruppi:
    1. i nomi di regioni più o meno vaste che derivano a loro volta da nomi dei popoli che li hanno abitati;
    2. i nomi di insediamenti localizzati, città e paesi, esempi: Roma, Milano.
    Ricordiamo per il punto a:
    • Toscana dal latino medievale Tuscania, dall'aggettivo Tuscus, plurale Tusci, forma accorciata di Etruscus, plurale Etrusci, Etruschi, gli abitanti della regione in età preromana.
    • Anche Umbria, Campania, Abruzzo ed altri racchiudono nel loro nome gli antichi abitanti del territorio.
    Riguardo al punto b, ricordiamo tra gli altri: Roma. Gli antichi derivavano il nome Roma da Romulus, secondo l'antica leggenda per cui Roma è la città fondata da Romolo. Ve n'è un'altra tuttavia che fa riferimento a Rumon l'antico nome del Tevere per cui Roma è la città sul Tevere.
    Restando nell'ambito delle città italiane, citiamo:
    • Milano: il nome deriva dal latino Mediolanum, che potrebbe derivare dal toponimo celtico Medhelan, con il significato di "in mezzo alla pianura" oppure "terra fertile" dal celtico med: fertile, e land: terra
    • Ancona: dal greco antico ankon, perché situata su un promontorio a forma di gomito piegato;
    • Benevento: la leggenda vuole che la città sia stata fondata dall'eroe greco Diomede in fuga da Troia. Diomede regalò alla città le zanne del cinghiale Caledonio, oggi simbolo della città. L'etimologia del nome Benevento, in passato Malum eventum, ha avuto diverse interpretazioni tra le quali la più attendibile si ricollega a Malon che significa gregge di pecore o di capre. I Romani la lessero come Malum eventum. Dopo la vittoria su Pirro cambiarono il nome in Bonum eventum;
    • Ragusa: l'origine risale all'epoca bizantina, Ragos, ovvero granaio, dovuto alla ricchezza agricola del territorio. Durante la dominazione araba il nome diventa Rakkusa, ovvero luogo noto per un avvenimento sorprendente, probabilmente una battaglia.
    Terminiamo questo breve viaggio tra i toponimi italiani con una leggende

La legge del Toro, simbolo di Torino

La leggenda narra che nei boschi intorno alla città di Torino abitasse uno spaventoso drago che spargeva il terrore tra la popolazione sputando fuoco e fiamme, mangiando gli animali degli allevamenti e uccidendo tante persone. Gli abitanti del posto, cercando una soluzione per sconfiggere il drago e tornare a vivere in pace, pensarono di mandare un altro animale che potesse lottare contro questo essere spaventoso. La scelta ricadde su un toro dal pelo rosso, l'animale più forte e robusto che avessero a disposizione.

Per renderlo ancora più forte e per aumentare le possibilità di vittoria, gli abitanti della città diedero da bere all'animale una mistura di acqua e vino rosso. Ed in effetti questa bevanda rese il toro ancora più battagliero ed impaziente. Dopo che ebbe bevuto questo "elisir" il toro rosso fu portato nel bosco e la lotta con il drago ebbe inizio. Il valoroso animale, battendosi con tutte le sue forze, riuscì a ferire con le corna la pericolosa creatura e alla fine ebbe la meglio riuscendo ad ucciderlo. Durante il duro combattimento però, il toro dal pelo rosso rimase gravemente ferito e morì poco dopo.

La popolazione del villaggio fu talmente grata al toro rosso e al suo sacrificio che decise di aggiungerlo all'olimpo delle proprie divinità e di metterlo nello stemma cittadino. Da questo salvatore deriverà il nome di Torino ed il legame che ancora oggi la città ha con questo animale, simbolo di forza, tenacia, coraggio e libertà, ritenute virtù del popolo torinese.

Una leggenda che si perde nella notte dei tempi, ma il cui protagonista è ancora oggi il simbolo indiscusso della città: quando la leggenda diventa storia!


Articolo pubblicato il: 29 Agosto 2022
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