La Scuola che Cambia nella Società Complessa

Pubblicato in: Comunicazione

La 'Società Complessa'

Le modalità con cui elaboriamo le informazioni dipendono per la maggior parte dalle strutture dell'ambiente esterno, che è connotato oggi da quella che viene definita società complessa che esce dalla logica di un percorso inteso come un binario guida prevedibile e rassicurante dominato dalla linearità della relazione causa/effetto e pensa al futuro come ad una costruzione mai definitiva.
> Ne consegue la perdita delle certezze causa del crescente disagio provocato dall'espressione: "società complessa".

Il concetto di complessità presuppone l'insieme delle interazioni più o meno manifeste, più o meno volute, più o meno probabili che hanno o possono aver luogo.

La società complessa nella quale siamo immersi è strettamente correlata al cambiamento costante della realtà sociale, economica, politica e culturale che si evolve e modifica i suoi assetti con un ritmo più frenetico rispetto al passato.
Tale dinamismo è accentuato dall'invasione delle nuove tecnologie informatiche che permettono la trasmissione in tempo reale di informazioni, rendendo così il mondo sempre più interdipendente e globalizzato.
La proliferazione delle nuove tecnologie informatiche sta determinando una sorta di cambiamento dell'intelligenza nelle nuove generazioni che:

  1. Non usano gli strumenti che caratterizzano l'intelligenza logico/verbale facendo ricorso all'uso sempre maggiore di icone;
  2. privilegiano il ruolo dell'immagine.

L'era planetaria nella quale siamo immersi ci pone dinanzi alle sfide della complessità: Complexus significa ciò che è tessuto insieme: il sistema complesso è un insieme di parti che si influenzano reciprocamente dando origine ad una grande varietà di interconnessioni e quindi di prodotti.
In particolare, si è creato un preoccupante divario fra i problemi che la specie umana deve affrontare nella sua nuova condizione planetaria e lo stato attuale delle conoscenze.

Le Sfide della Complessità

Accettare la sfida della complessità significa uscire dalla logica di un percorso inteso come un binario guida prevedibile e rassicurante entrando in una realtà che dobbiamo imparare a dominare.
Accettare la complessità significa accettare un nuovo modo di pensare al futuro che riconosca il reale come costruzione mai definitiva in cui l'abbandono del binario, la proliferazione delle idee siano le uniche strade percorribili per costruire nuove possibilità.

La crisi delle certezze non va considerata quindi come un fattore negativo poiché aiuta a scegliere, costruire, ipotizzare, nuovi percorsi e nuove soluzioni ai problemi di sempre.
La frammentazione delle esperienze, delle informazioni e dei saperi è il maggiore ostacolo alla formulazione e alla comprensione dei problemi che oggi sono multidimensionali, sistemici, transnazionali, trasversali, mentre l'approccio conoscitivo prevalente è parcellizzante, dividente, isolante. Così più i problemi diventano multidimensionali e più è difficile affrontarli per la difficoltà a comprenderli nella loro complessità, nella loro molteplicità di aspetti intrecciati.

La grande sfida culturale dei nostri giorni è quella di colmare questo divario, rendendo il sapere adeguato al contesto in cui esso dovrebbe dare i suoi frutti.

  • Organizzare e contestualizzare le conoscenze

    Prendendo atto dei cambiamenti avvenuti nell'ambiente esterno nel corso di questi ultimi anni è necessario che l'educazione e quindi la scuola debba promuovere una "intelligenza generale" capace di riferirsi al complesso.
    Un grande ostacolo all'educazione sta proprio nel modo in cui le informazioni, le conoscenze e le esperienze sono frantumate fin dai primi anni di vita, già nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria. Le discipline hanno un ruolo importante nel delimitare oggetti di ricerca e nel definire linee di ricerca. Ma ciò non significa che i confini delle discipline e delle competenze siano barriere rigide. Gli oggetti di studio più complessi, sia in ambito scientifico sia in ambito umanistico, non possono che essere affrontati attraverso l'intreccio delle discipline e dei molteplici punti di vista.

    In un mondo che cambia, che diventa sempre più complesso è necessario pensare complesso andando oltre la parcellizzazione dei saperi disciplinari che non consentono di formare un pensiero complesso.
    In questo quadro il compito della scuola non è più quello di trasmettere nozioni standardizzando l'offerta formativa, bensì quello di garantire a ciascuna persona il diritto all'istruzione e alla formazione attraverso l'acquisizione di competenze trasversali che permettano di affrontare positivamente l'incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e culturali, presenti e futuri.
    Il compito della scuola è oggi non solo quello di dominare gli ambiti disciplinari ma anche di elaborare le loro molteplici connessioni. Per non sfuggire alla sfida della complessità è necessario sostituire al programma, inteso come determinazione a priori di una sequenza di azioni lineari, la strategia.

    • Il programma stabilisce una sequenza di azioni eseguite senza variazione in un ambiente stabile è efficace in condizioni di stabilità: qualsiasi perturbazione ne impedisce l'esecuzione e lo condanna ad arrestarsi.
    • La strategia è caratterizzata dalla flessibilità: lo scenario può essere modificato secondo le informazioni raccolte accettando la possibilità di cambiare strada, aggiustando il tiro, seguendo percorsi alternativi che permettano di raggiungere l'obiettivo prefissato.

    In questo quadro il compito della scuola non è più quello di trasmettere nozioni standardizzando l'offerta formativa, bensì quello di garantire a ciascuna persona il diritto all'istruzione e alla formazione attraverso efficaci modalità di apprendimento finalizzate all'acquisizione di competenze trasversali che mettano in grado di affrontare positivamente l'incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e culturali, presenti e futuri per progettare un futuro sostenibile.

  • Acquisire competenze trasversali

    Il compito della scuola è oggi non solo quello di dominare gli ambiti disciplinari ma anche di elaborare le loro molteplici connessioni acquisendo competenze trasversali.
    I problemi complessi richiedono per essere esplorati, che i diversi punti di vista disciplinari interessati dialoghino e che si presti attenzione alle zone di confine e di cerniera tra le discipline.
    Le esperienze interdisciplinari sono finalizzate a trovare interconnessioni e raccordi fra le indispensabili conoscenze disciplinari e a formulare in modo adeguato i problemi. Dare senso alla frammentazione del sapere: questa è la sfida. Una scuola che intende educare istruendo non può ridurre il percorso delle conoscenze alla semplice acquisizione delle competenze.
    Se la scuola vuole perseguire questo obiettivo non può soddisfare il bisogno di conoscenza accumulando nei vari campi del sapere, più informazioni possibili. Il suo compito è oggi non solo quello di dominare gli ambiti disciplinari ma soprattutto elaborare le loro molteplici connessioni. I problemi complessi richiedono per essere esplorati, che i diversi punti di vista disciplinari interessati dialoghino e che si presti attenzione alle zone di confine e di cerniera tra le discipline.
    Le esperienze interdisciplinari sono finalizzate a trovare interconnessioni e raccordi fra le indispensabili conoscenze disciplinari e a formulare in modo adeguato i problemi complessi posti dalla condizione umano e dallo stesso sapere.

    In un'epoca in cui la divisione e la specializzazione dei saperi vengono proposte come l'unico modo di produrre conoscenze è necessario chiedersi:

    Dove andremo senza unità di saperi? In una stella possiamo analizzare le particelle, possiamo conoscere delle cose estremamente interessanti nel suo essere ma, senza la soggettività umana che si esprime nella letteratura e nell'arte, rimarrebbe sterile. È necessario umanizzare i saperi per limitare la dispersione della conoscenza: questo è un problema da affrontare già nei primi anni di scuola e deve proseguire lungo tutto il percorso di studi.
    Una conoscenza priva di contestualizzazione è una conoscenza povera. Come fare a riunire i saperi delle varie discipline? Serve un pensiero complesso che permetta di unire ciò che è separato. Edgar Morin

La Testa Ben Fatta

È meglio, come dice Montaigne, una testa ben fatta che una testa ben piena.
Una testa ben fatta è una testa in grado di organizzare le conoscenze evitando la loro sterile accumulazione; una testa in grado di conoscere le parti senza prescindere dal tutto, che conosca il tutto conoscendo particolarmente le parti.
La conoscenza nell'accezione più moderna della complessità comporta nello stesso tempo separazione e interconnessione, analisi e sintesi.
La nostra cultura e di conseguenza il nostro insegnamento privilegia la strada della separazione a scapito dell'interconnessione in quanto ritenuta più semplice, dell'analisi nei confronti della sintesi in quanto rispondente all'esigenza di fare ordine nel caos.

Naturalmente per fare ordine e dare senso è necessario distinguere e separare oggetti, eventi, problemi.
Ma non basta: nella realtà tutto è collegato direttamente o indirettamente in una grande rete che tende di volta in volta ad estendersi seguendo direzioni diverse. Nella rete ci sono i nodi: concetti, eventi, informazioni, situazioni di cui siamo a conoscenza ma che di per se stessi non permettono di cogliere la complessità del reale.
Capire non significa soltanto trovare i nodi ma anche trovare i fili che li collegano integrandoli con le conoscenze preesistenti, ristrutturandole, e cambiando la visione delle cose. La ricerca dei nodi e ancor più la definizione della relazione non è sempre facile da rappresentare anche se ogni giorno mettiamo in rapporto eventi, costruiamo categorie, selezioniamo le informazioni che ci sembrano più utili per risolvere un problema senza però rendere esplicito il processo mentale.
È necessario cercare i nodi facendo un lavoro di scavo nell'enciclopedia delle nostre conoscenze mettendo in atto strategie atte a collegarle.
Saper costruire questa rete è presupposto indispensabile per l'acquisizione dei saperi non più isolati e frammentati.
A questo scopo si rende indispensabile l'uso e la realizzazione di mappe in quanto:

  • favoriscono l'apprendimento significativo;
  • permettono di integrare nuove conoscenze;
  • permettono di visualizzare a natura dei concetti;
  • facilitano la memorizzazione;
  • permettono di sviluppare le abilità del pensiero critico;
  • sviluppano la creatività;
  • sviluppano la capacità di riflessione.

Gli argomenti trattati precedentemente e quello cui si riferisce questo articolo sono preceduti da una mappa transdisciplinare che consente di attivare concetti e conoscenze specifici della disciplina di riferimento ma non solo.
Proponiamo, come ulteriore possibilità di stabilire connessioni, una mappa nella quale prendendo l'avvio da una favola, vengono analizzate conoscenze implicite, esplicite, emozionali relative ad altre discipline.


Articolo pubblicato il: 25 Febbraio 2019
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